Un interessante reportage de La Repubblica, parla del cambiamento epocale nel calcio italiano. C'erano una volta i cross. C'è uno spettro che si aggira per i campi della Serie A. Il fantasma di quello che fu per anni il più semplice degli schemi del calcio, il modo migliore per mandare in gol i centravanti. Da anni, però, il cross dal fondo è diventato un ospite sempre meno gradito del nostro campionato, una soluzione che non piace più. Pensare che dai cross di terzini e ali sono nati alcuni dei gol più importanti della storia del calcio italiano: Cabrini per Rossi contro il Brasile, antipasto del titolo mondiale '82, Vialli per Schillaci per inaugurare contro l'Austria le Notti magiche del Mondiale '90. Bei ricordi di un calcio diverso: oggi regna il possesso palla, la filosofia del calcio rasoterra: del tradizionale cross resta la nostalgia e poco più. In dieci anni, ne sono spariti dal nostro campionato più di duemila. Fino alla stagione 2009/10, ogni partita di Serie A registrava mediamente 24 cross a partita. Basti pensare che nell' ultimo torneo non si arrivava a venti.

In queste prime sette giornate siamo sotto i 18 traversoni a incontro, che vuol dire 180 a weekend contro i 240 di una volta. La proiezione sulle 38 giornate allunga la dispersione fino a 2.280 cross scomparsi: una ripida discesa, figlia dell' evoluzione tattica di un campionato in cui oggi la regina del possesso palla si chiama Sassuolo, con il Napoli secondo e il Bologna terzo davanti pure alla Juventus di Sarri. Anche le squadre non di vertice si sono lasciate affascinare dalla filosofia dominante in Europa (anche in Inghilterra hanno fatto studi statistici: dieci anni fa si vedevano 38 cross a partita, oggi ridotti a 24) di chi vuole il controllo del gioco e sempre meno spesso ricorre alla soluzione di una palla tesa a cercare l' acrobazia del centravanti. Proprio il Sassuolo è la squadra più brava a fare a meno di questa specialità, che gli uomini di De Zerbi tentano solo undici volte a partita. Un terzo di quanto non facesse dieci anni fa la Fiorentina.

Inevitabile allora che calassero anche i gol segnati di testa. Rispetto a dieci anni fa, l' ultimo campionato ne ha visti scomparire una decina: erano 187 nel 2010, 177 alla fine della stagione scorsa, nonostante il record della Spal, capace di segnare 18 volte grazie al gioco aereo, più di chiunque altro dal 2009 a oggi (la Roma del 2012/13 ne segnò 17). Un anno dopo, la Spal non ha ancora segnato gol con un colpo di testa, e non è nemmeno l' unica in campionato: Lazio e Sampdoria le fanno compagnia. Proprio ieri, a Repubblica , Cesare Prandelli sottolineava la necessità di non smarrire le origini per inseguire una fascinazione: "Si parla tanto del gioco palla a terra, ma se ho una punta forte di testa perché non la devo sfruttare? Noi abbiamo avuto Vieri, Riva, Boninsegna, Toni". Il promemoria dell'ex ct azzurro conferma come, anche tra gli addetti ai lavori, sia ormai evidente l' orientamento di molti allenatori ossessionati dall' inseguire la moda del momento. Alimentata, certo, dal fascino del Barcellona di Guardiola ieri (al suo apice era penultimo nella Liga per palloni scodellati in area) e oggi dal Liverpool di Klopp, esempi spettacolari di come sfruttare il fraseggio di calciatori di qualità per fini estetici.

Sette giornate non sono moltissime per tranciare un giudizio, ma la tendenza è evidente, se dieci anni fa erano soltanto tre le squadre che non arrivavano a cercare il cross almeno venti volte a partita. Oggi sono quattro quelle che ci arrivano: Atalanta, Torino, Genoa e Napoli, curiosamente quella che ne fa un uso maggiore con ventidue tentativi a incontro. Con questi numeri, nel 2009/10 sarebbe stata solo undicesima in Serie A per cross tentati. Curioso che la situazione di gioco più semplice da replicare sia oggi la più rinnegata. E certo non aiuta la sempre più frequente rinuncia dei tecnici a bomber d'area ciclopici: nel 2009 tra i 20 giocatori più alti del nostro campionato quattro erano centravanti. Oggi sono la metà. L unica vera eccezione nell' ultimo campionato è stato Leonardo Pavoletti che, con i suoi undici gol di testa, è stato il miglior realizzatore europeo della specialità. L'infortunio al crociato che lo ha fermato ad agosto è da interpretare come l' assist finale del destino verso il tiki taka.

Sezione: News / Data: Ven 18 ottobre 2019 alle 17:18
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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