Francesco Magnanelli ha raccontato, uno per uno, tutti i giocatori della storia del Sassuolo che hanno indossato per almeno 100 volte la maglia neroverde in campionato. Questa la terza parte del racconto del capitano a Nero&Verde.

LA PRIMA PARTE DI NERO&VERDE CON MAGNANELLI E I CENTENARI

LA SECONDA PARTE DI NERO&VERDE CON MAGNANELLI E I CENTENARI

Francesco Acerbi 157 presenze: “Ho avuto la fortuna e la sfortuna di vivere tutto, è una storia a parte. Negli anni vissuti qui ha fatto veramente cose pazzesche e sfortuna sua anche cose più brutte. E’ passato da una malattia difficile da curare, si è sottoposto a determinate cure, si è riconquistato con una rabbia spaventosa tutto quello che gli aveva portato via. Ha inanellato record su record, non ricordo allenamenti saltati. Una persona dal cuore grande”.

Filippo Pensalfini 155 presenze: “Anche lui fa parte insieme a Masucci di quelle 4-5 persone, compagni che non dimenticherò mai e che sono tutt’ora al mio fianco, darei tutto per loro e ci sarei in qualsiasi momento. Faceva parte di quel gruppo che mi ha accolto quando ero un ragazzino. Lui, Masucci, Pagani, gente che ha saputo coinvolgermi da subito. Non è mai facile arrivare per un giovane in un gruppo ed essere accolti in quel modo. Ne abbiamo fatte tante. Abbiamo gioito, ci sono state delle delusioni ma ci siamo ripresi con forza. La spensieratezza è quella che ci ha contraddistinto ed è quella che mi manca di più“.

Federico Peluso 148 presenze: “E’ e sarà una colonna di questa storia, di questa società, di questa squadra. E’ arrivato negli anni in cui eravamo in A ma dovevamo alzare il livello e iniziavamo a prendere giocatori con qualche anno importante alle spalle. Lui aveva giocato all’Atalanta, aveva vinto 1-2 campionati con la Juve e ha alzato il livello. Si è calato con umiltà. Questa realtà ha tantissimi pregi ma ha anche piccoli difetti che devi avere la forza di saperti adattare a determinate condizioni e lui lo ha fatto sin da subito. Il suo lavoro è stato apprezzato e la società lo ha premiato con altri 2 anni di contratto e penso che voglia tenerlo fino alla fine della sua carriera”.

Alessandro Longhi 136 presenze: “A volte ci si dimentica ma lui è stato fondamentale per la promozione in A, è stato importante in Serie B fino a quando è stato considerato tale. E’ un fratello, un amico, sono stato al suo matrimonio. Ci sono stati momenti bellissimi. A volte la distanza ti divide, ti vedi poco ma ci sono quelle persone che anche se le vedi poco poi ti basta un caffè per far rifiorire tutto e lui insieme agli altri fa parte del mio cuore”.

Stefano Pagani 132 presenze: “Mi viene da ridere. Se prima ho detto che Acerbi era un mondo a parte, lui è in un altro pianeta proprio ma nel senso bello, positivo. E’ in quella cerchia ristretta di amici. E’ un ragazzo dal cuore grandissimo. Quando eravamo in C2-C1 era fra i primi giocatori più importanti della categoria, se non il più importante, ti dava quel qualcosa in più. Era estroso e gli piaceva risolvere le partite. Era un talento anche fuori dal campo. E’ un fratello, ora si è trasferito a Ibiza, affitta e vende case. Ha scelto una vita diversa ma potrei scrivere un libro su di lui, ho condiviso cose grandissime con lui. Ho un cruccio: avrebbe potuto fare molto di più nella sua carriera”.

Marcello Gazzola 126 presenze: “E’ uno di quei giocatori silenziosi ma molto ma molto importanti. Nei gruppi sportivi, calcistici, composti da 25-28 persone, siamo tutti diversi, per fortuna. Non sempre il più importante è quello che alza la voce, alla fine dell’anno quelli che hanno il peso specifico più importante sono quelli che sanno stare al loro posto, dire le parole giuste al momento giusto, sanno usare i termini giusti, capire i momenti, farsi trovare pronti quando vengono chiamati in causa e sono quelli che fanno la differenze e Marcello era uno di questi”.

Fabrizio Anselmi 124 presenze: “Il primo The Wall che c’è stato a Sassuolo. Giocatore importante per la categoria. Un romano, un burlone, sapeva sempre farti fare la risata. Ha fatto anche dei gol, è stato decisivo, un ragazzo bravissimo. Si è messo a fare l’allenatore, non avrei mai pensato di vederlo in panchina ma è un ragazzo piacevole, mi ha voluto bene e gli ho voluto bene”.

Alfred Duncan 110 presenze: “E’ un giocatore dalle potenzialità enormi, un giocatore forte che non ha espresso in pieno quello che è. Gli manca continuità, la consapevolezza delle sue potenzialità. E’ da tanti anni in Italia, sa benissimo la cultura italiana, sa comportarsi ed è normale che vorrei rimanesse qui per ancora tanti anni”.

Paolo Cannavaro 109 presenze: “Forse è stato il primo grande nome arrivato a Sassuolo, non avrei mai pensato di vederlo qui. Noi che arriviamo dalla gavetta vediamo questi giocatori di un certo livello in modo strano: li ammiri ma sei sempre pronto a giudicarli. Io da capitano pensavo era quella di dire ‘chi ho vicino a me?’. Arriva Cannavaro, capitano del Napoli, in una piazza del genere. C’era del timore, di trovare una persona fredda, riservata, con delle pretese diverse da una determinata piazza e invece ho trovato una persona splendida che si è adattata completamente al nostro gruppo, si è messo a disposizione con umiltà e mi ha sorpreso non in modo positivo, ma di più. Abbiamo condiviso tanto insieme, l’Europa League e sentirmi dire da lui ‘capitano come stai’ è stata una bella soddisfazione. Il giorno in cui ci ha comunicato il suo addio per la Cina, salutandoci già a fine dicembre, è stato un colpo per tutti”.

Massimiliano Fusani 103 presenze: “Max era uno di quelli che trovavi sempre. Facevi una corsa sbagliata e ti metteva una pezza. Facevi una sovrapposizione in più e trovavi lui. Ed è tuttora così. Sa quello che vuole. Ha giocato 100 partite in Serie A, ha fatto una carriera importante. Mi viene da ridere perché ora mi manda i messaggi con gli orari d’allenamento. Io, lui e Pensalfini abbiamo formato un bel trio di centrocampo”.

Alessandro Noselli 101 presenze: “Alessandro è stato per noi un giocatore forte ed importante. Tutti questi calciatori sono stati importanti e tutti hanno fatto la storia. Sarò ripetitivo dicendo che sono stati importanti ma è così. Ha fatto molto bene in B, ha fatto tanti gol ed è stato uno dei giocatori più importanti in alcuni momenti”.

Michele Malpeli 147 presenze e Luigi Bertolini 124 presenze: “Malpeli lo conosco di più, Bertolini di meno. Hanno fatto parte di quel percorso che la società ha intrapreso tanti anni fa. Sono insieme a tutti noi, anche a chi ha fatto meno presenze, una parte di storia di questa società”.

Sezione: News / Data: Ven 18 ottobre 2019 alle 13:51
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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