Cristian Brocchi conosce molto bene Manuel Locatelli. Lo ha allenato negli Allievi, in Primavera e lo ha fatto esordire in Serie A, alla sua seconda gara da allenatore del Milan, in Milan-Carpi. E mister Brocchi, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha parlato proprio della crescita del centrocampista del Sassuolo: "Vedevano tutti qualità superiori alla media, era uno dei più forti del settore giovanile in quegli anni, considerato di prospettiva. Io lo feci esordire a San Siro perché ero convinto che sarebbe stata la prima di tante partite e volevo che fosse un inizio memorabile".

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Su cosa invece ha dovuto lavorare di più?
"Sul fargli sporcare i pantaloncini. Giocava solo ed esclusivamente sulla qualità, sulle azioni singole. Si sacrificava poco e lavorava poco con la squadra, l’ho aiutato a capire che per arrivare a grandi livelli serviva iniziare a mettersi a disposizione dei compagni alzando anche il livello agonistico e non solo quello tecnico".

L’ascesa immediata, poi una fase di involuzione. Spiegabile come?
"Per i giovani le prime partite sono facili, anche quando non fai benissimo tutti ti applaudono. Poi tocchi un primo apice, che per lui è stato il gol alla Juventus, e allora tutti si aspettano che da lì in poi tu giochi sempre in quel modo lì, risultando decisivo sempre. Sono aumentate le pressioni e arrivate le prime critiche: forse non era ancora pronto a sopportarle".

Sorpreso di come si è preso la Nazionale?
"No, per nulla, perché al “Loca” non è mai mancata la personalità. A Sassuolo ha trovato l’ambiente ideale e un allenatore ideale, perché ha bisogno di giocare in squadre in cui sia al centro del gioco e in cui possa toccare tanti palloni. E nell’Italia di Mancini, che gioca un calcio bello, di possesso, può fare la stessa cosa".

E quindi la Juve è la scelta giusta come prossima tappa?
"Essendo una grande squadra sono più le partite in cui dovrà imporre il gioco e gestire il pallone rispetto a quelle in cui non lo avrà. Sì, andare a giocare in una big può aiutarlo ancora".

Allegri lo può far crescere ?
"Max è un allenatore bravissimo, ha certezze molto chiare e un’esperienza incredibile: lo aiuterà a fare un altro passetto in avanti. Se proprio devo trovare qualcosa in cui può ancora migliorare, direi che può segnare qualche gol in più: è bravo di destro, bravo di sinistro, ha tempi buoni negli inserimenti".

Meglio in un centrocampo a due come con De Zerbi o a tre?
"Per me è indifferente, deve solo essere un reparto che giochi a calcio. A tre può fare sia il centrale che la mezzala, ma deve essere al centro del gioco".

Negli ultimi anni ha visto il “prossimo” Locatelli ?
"Parlo di quelli che ho visto in allenamento, giorno dopo giorno, al Monza, perché è più difficile sbagliarsi: Frattesi e Colpani. Il secondo ha forse più le caratteristiche di Locatelli, ma tutti e due sono centrocampisti che faranno molta strada".

Sezione: Non solo Sasol / Data: Mer 23 giugno 2021 alle 14:39
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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