Filippo Inzaghi, allenatore del Benevento, grande ex centravanti, è stato uno dei pupilli del compianto patron Squinzi. Difficilmente il patron ha sbagliato scelta sugli allenatori e voleva essere il primo a lanciare nel grande calcio, da tecnico, Pippo Inzaghi. L'allenatore guidava la Primavera del Milan e aveva già incantato Squinzi. Carnevali fece di tutto per portarlo in neroverde ma ci fu il veto di Galliani che voleva puntare poi su Pippo per la squadra, cosa che poi avvenne ma con risultati non esaltanti.

Lo stesso Pippo Inzaghi, nel corso di un'intervista al Corriere dello Sport, è tornato su quell'episodio. Altri suoi colleghi usano espressioni come “il mio calcio”, “il gioco che proponiamo”, lei parla di calcio e basta. Bisogna per forza presentarsi come il nuovo profeta? "È una cosa che nel calcio d’oggi paga, io però non devo vendere nulla: ho una carriera alle spalle, non devo fare a tutti i costi questo lavoro e alleno spinto dalla passione. Sono passato dalla A alla Lega Pro e quelle sono le trasferte più belle fatte da allenatore. Sono uno che ancora ha i brividi se pensa al Viareggio vinto con il Milan, proprio quando sarei dovuto andare ad allenare il Sassuolo al posto di Malesani, prima che Galliani fermasse tutto. Allora, non dovendo vendere nulla, penso solo a mettere la squadra nelle condizioni ideali per esprimersi al meglio. L’anno scorso in B avevo una squadra molto più forte di tante altre e allora potevo giocare in un certo modo; quest’anno devo cercare la giusta compattezza per far reggere ai miei l’impatto con la categoria. Prendere 4-5 gol e sentire dire che il Benevento gioca il calcio più bello del mondo no, proprio non mi interessa. Voglio che si parli di squadra moderna, che sa difendere e attaccare a seconda del momento".

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Sezione: Non solo Sasol / Data: Ven 15 gennaio 2021 alle 13:52
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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