E' stato consegnato ieri pomeriggio, al ministro dello sport Spadafora, il protocollo per le partite, da parte della FIGC. Titolo lungo ("Indicazioni generali per la pianificazione, organizzazione e gestione delle gare di calcio professionistico in modalità “a porte chiuse”, finalizzate al contenimento dell’emergenza epidemiologia da Covid-19") e concetti molto chiari nelle quaranta pagine elaborate dal presidente della commissione medica della FIGC Zeppilli, dal responsabile dei medici sociali della A Nanni, dalla Serie A e dalla FIGC, con la regia di Casasco, numero uno della Fmsi. Si tratta soprattutto di elementi di carattere organizzativo, quelli che erano stati diffusi la scorsa settimana nella bozza di documento preparata dalla Serie A, ma ci sono anche importanti annotazioni di tipo medico-sanitario.

Nessuna voglia di forzare la mano, specie sulla quarantena. Se i dati epidemiologici consentiranno di fare tamponi meno frequenti e soprattutto di non sottoporre a una quarantena di 14 giorni i contatti stretti del nuovo positivo, lo diranno il governo e il CTS. Nel protocollo che adesso sarà analizzato dal CTS si legge che "alla data di stesura delle presenti indicazioni, la serie di test a cui sottoporre il gruppo squadra alla ripresa delle competizioni non cambia rispetto alla sequenza di test programmati per il periodo di ripresa degli allenamenti collettivi, già previsti all’interno dello specifico protocollo. Idem in caso di positività al Covid nel gruppo squadra per quel che riguarda le procedure sia per il singolo positivo (isolamento) sia per il gruppo squadra (quarantena nel centro tecnico, possibilità di allenarsi, ma nessun contatto con l'esterno per 14 giorni). Tuttavia, sulla base dei dati epidemiologici aggiornati e delle nuove acquisizioni scientifiche, in accordo con le autorità sanitarie e governative, la definizione (tipologia dei test) e la periodicità degli accertamenti ai quali sottoporre il gruppo squadra all'avvicinarsi della ripresa delle competizioni e durante le stesse, così come le procedure da adottare in caso di accertamento di calciatore Covid+, potranno subire variazioni rispetto a quanto attualmente in vigore. Ciò anche per tenere conto delle opportune indicazioni del Cts in merito alla necessità che l’approvvigionamento dei test molecolari per il gruppo squadra e gli altri soggetti eventualmente interessati non debba «minimamente impattare sulla disponibilità del reagentario da dedicarsi in maniera assoluta ai bisogni sanitari del Paese". Avanti dunque con i tamponi ogni 4 giorni e con i test sierologici ogni 15. Come nel protocollo degli allenamenti. Il tutto in attesa che vengano validati i test molecolari sulla saliva che sono test rapidi e consentono di avere una risposta in una decina di minuti. L’idea in futuro è quella di cadenzare i tamponi (la cui risposta arriva in 24 ore) il giorno precedente alle varie partite.

Sezione: Non solo Sasol / Data: Lun 25 maggio 2020 alle 13:47
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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