Intervista esclusiva all’attaccante neroverde Domenico Berardi per i 100 gol con il Sassuolo ai microfoni di Nero&Verde. Ecco le sue parole, trascritte per voi da SassuoloNews.net: "Non mi sarei mai aspettato di raggiungere un traguardo simile, sono veramente orgoglioso perché sono stato accolto come un figlio e devo tanto a questa società. Nella famosa partita di calcetto dove c'era Pasquale De Lillo, è stato lui l'artefice di questa situazione, mi ha fatto fare un provino con Carlino. Il mister dopo 2 giorni mi ha detto: 'guarda avvisa i genitori perché ti prendiamo'. Ero emozionatissimo. Abbiamo chiamato i miei, insieme a lui, e ho avvisato i miei genitori che sarei rimasto qui. E' stato emozionante".
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L'arrivo a Sassuolo?
"L'ambiente mi ha accolto benissimo. Anche il mister, una grande persona che mi ha insegnato molto. Ero in Calabria, mi è arrivata una telefonata da Soli, mi ha chiesto di venire su perché il mister mi voleva in ritiro con la prima squadra. Io ero contentissimo. Ho iniziato a fare questa specie di ritiro con il mister e dopo una settimana, dieci giorni, vedevo che al mister piacevo ma non avrei immaginato di iniziare con la prima squadra da subito. C'erano Magnanelli, Troiano, Missiroli, Gazzola, Pomini, mi hanno insegnato tanto e li ringrazierò a vita".
L'esordio?
"Per me è stata una sorpresa, non pensavo nemmeno di giocare in Coppa Italia, evidentemente il mister mi voleva provare, ed è andata bene. Poi il venerdì, prima del campionato, contro il Cesena, il mister mi disse con una battuta: 'ma se ti faccio giocare dall'inizio non è che te la fai sotto?'. E io gli dissi: 'no mister, non ti preoccupare, perché penso di giocare con i miei amici giù in Calabria, tranquillo, puoi contare su di me".
Il primo gol col Sassuolo?
"Il primo gol è stata un'emozione indescrivibile, poi contro una squadra calabrese (Crotone), si vede che era destino. Mi sono divertito, era sotto la pioggia, poi fare gol con il destro è stato incredibile".
La partita col Livorno che è valsa la promozione in A?
"E' stata strana perché noi siamo rimasti in 9, io espulso. Loro in 10. Abbiamo sofferto per tutta la partita e alla fine abbiamo trovato il gol con Missiroli, è stata una gioia immensa. E' stata un'annata difficile. Avevamo tanti punti di vantaggio sulla seconda, poi siamo arrivati alla fine con l'acqua alla gola, ma alla fine ce l'abbiamo fatta ed è stato incredibile regalare un'emozione del genere a questa città".
La partita più emozionante?
"In quella partita l'emozione era tanta ma anche fare 4 gol al Milan l'anno dopo è stato qualcosa di incredibile, lo porterò sempre con me. Ho realizzato tutto dopo. Ogni palla che toccavo facevo gol, ho realizzato tutto dopo, con i messaggi che mi mandava la gente".
Il rigore col Parma?
"Non so se ero io il rigorista ma me la sentivo. Volevo calciarlo diversamente, ho cambiato idea mentre prendevo la rincorsa e mi è andata bene".
Il gol con il Chievo?
"Era una partita fondamentale per noi, era appena tornato il mister Di Francesco che ci ha dato una grossissima mano, ci serviva vincere, e grazie al mio gol abbiamo fatto 3 punti importantissimi per la salvezza".
La parata di Pegolo a Firenze?
"Pazzesca! Ancora adesso guardiamo qualche video sulle partite di qualche anno fa, con Pegolo scherziamo sulle parate fatte. Poi io feci tripletta a Firenze, fu una serata incredibile per me e per lui".
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La vittoria con l'Inter con il mio gol?
"E' stata bellissima per il dottor Squinzi. Ci aveva parlato, ci aveva detto che ci teneva molto. Far gol al 90' a San Siro con 70 mila che ti fischiano non è facile, per fortuna sono stato freddo e ho calciato il rigore con tranquillità e abbiamo vinto".
La vittoria 1-2?
"Vincere con l'Inter non è facile. Quando lo fai dai una gioia al patron Squinzi e a questa società perché vincere con questa società in uno stadio così importante non è facile".
L'Europa League?
"Io ho fatto solo i preliminari, ho dato tutto. Ci tenevo a far bene e a portare questa squadra ai gironi. Mi dispiace ancora perché non ho fatto i gironi per infortunio, ci tenevo molto, spero un giorno di poterlo fare".
Il gol con l'Empoli?
"Era uno schema provato in allenamento. La palla non era proprio quella giusta, doveva arrivare rasoterra e mi è arrivato a mezza altezza, è stato uno dei più belli che ho fatto. Un altro gol che mi ricordo è stato quello a giro col Genoa. Quello su punizione con la Juve, era l'unica big che mi mancava, e sono riuscito a segnarle su punizione, lo porterò sempre con me".
La Nazionale?
"Non pensavo di avere un rendimento così proficuo. Mi hanno aiutato i più grandi, c'è un bel gruppo. Le ultime volte che sono andato ho fatto bene e spero di continuare a far così".
Il gol con la Bosnia?
"Ricordo bene quell'azione, tra me e lui c'è qualcosa che va oltre. Ci intendiamo solo con lo sguardo con Locatelli. Ci siamo guardati e ci siamo capiti subito. Dopo la partita lui mi ha fatto i complimenti e anch'io glieli ho fatti per la grande palla che mi ha messo".
Il gioco del Sassuolo?
"La proposta di gioco che facciamo qui a Sassuolo è devastante. Giochiamo sempre palla a terra, ci prendiamo la responsabilità di fare una giocata in più, non ci nascondiamo mai, il mister vuole questo. Siamo stati premiati anche con 4 convocazioni in Nazionale e faccio i complimenti a Ferrari e a Caputo perché se lo meritano e sono grandissime persone".
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De Zerbi?
"Mister De Zerbi è malato di calcio. Vive solo per il calcio e si vede. Ha portato grossissimi risultati, anche negli allenamenti è sempre un martello, ma anche lui è una grandissima persona, cerca sempre di insegnarti la sua idea di gioco. A me ha dato davvero tanto".
Di Francesco?
"Mister Di Francesco, a parte che lo ringrazierò a vita perché se son qui è anche grazie a lui. Non tutti credono nei giovani e io ero aggregato alla Primavera, buttarmi subito dentro in Serie B non è da tutti e lo ringrazierò per sempre, anche per la bella persona che è stata".
Mancini?
"Mancini ha un modo di giocare importante, che lascia agli attaccanti molta libertà d'azione. Trasmette tranquillità, è una grandissima persona. A noi attaccanti lascia fare le giocate che vogliamo e allo stesso momento non mette pressione alla squadra e i risultati se sono venuti è anche grazie a questo".
Sei una bandiera del Sassuolo: come ti senti?
"Essere considerato una bandiera mi rende orgoglioso. Magnanelli è da più anni qui, io ho preso spunto di lui, ho preso tante cose positive da lui, tanti insegnamenti. Mi sento anch'io una bandiera, sono qui da tanti anni. Abbiamo fatto un magnifico cammino insieme e spero di aver dato qualcosa di bello a questo ambiente, come loro lo hanno dato sempre a me aiutandomi in campo, dai tifosi, al club, al dottor Squinzi e alla dottoressa Spazzoli, li ringrazierò sempre perché mi sono stati sempre vicino".
Il dottor Squinzi e la dottore Spazzoli?
"Erano due persone fantastiche, umili. Quando ci parlavano erano sempre pacati, mettevano sempre serenità, mai pressioni. Dicevano cose giuste, li ringrazierò per sempre".
C'è ancora la prospettiva di andare a giocare in una big?
"La prospettiva di andare in una grande squadra c'è sempre stata. Ho rifiutato delle squadre importanti perché in quel momento non mi sentivo maturo e volevo ancora cercare di maturare in questa società e ho rifiutato proprio per quello, non perché non avessi la voglia di non andare in un grande club. Poi con gli anni sono maturato, sto crescendo, e se un domani arrivasse la chiamata di un grande club ovvio che la valuterò. Se il progetto mi piacerà, se avrà le caratteristiche del divertimento e di essere protagonista, ovvio che la valuterò".
Com'è il Mimmo ragazzo?
"Io sono nato col pallone sotto braccio, lo portavo anche a letto, me lo dicono ancora i miei: dormivo col pallone e mi risvegliavo col pallone sotto al braccio. Io cerco sempre di divertirmi quando vado in campo. Anche qui a Sassuolo cerchiamo di divertirci, prima dell'allenamento facciamo sempre due tocchi e chi perde prende uno schiaffo. Devi passare una bella giornata, devi divertirti, questo mestiere è bello per questo, devi dare il 100% negli allenamenti. Non mi piace molto parlare davanti ai microfoni ma quando entro in campo cerco sempre di dare il massimo e di vincere le partite, non mi piace perdere. Devi sempre cercare di portare dei risultati importanti perché un domani questo mestiere finirà e quando ti guarderai alle spalle potrai dire 'ho dato tutto me stesso, sono contento così'".
Quanto è cambiato Berardi?
"Berardi è cambiato in tutto perché prima facevo delle sciocchezze per puro istinto, ero istintivo, mi veniva da fare una cosa e la facevo. Adesso prima di fare una cosa conto fino a 10 e mi riesco a gestire. Il rapporto con gli arbitri è cambiato perché sono cambiato io. Cerco sempre di dargli una mano e di comportarmi nel migliore dei modi".
Cosa hai provato quando è nato tuo figlio Nicolò?
"Ho assistito al parto, è stata un'emozione incredibile. Ti cambia la vita. A me l'ha cambiata in positivo, ti dà delle responsabilità in più e me le prendo tutte perché quando mi sveglio al mattino e lui mi sorride mi dà la forza di andare al campo col sorriso per poi tornare a casa e giocare un po' con lui".
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